Nel contesto sanitario odierno, la gestione degli allarmi clinici è fondamentale per garantire la sicurezza dei pazienti e l'efficienza operativa. Gli allarmi clinici sono progettati per avvisare il personale medico di condizioni che richiedono un'attenzione immediata. Tuttavia, la crescente complessità delle apparecchiature mediche e l'alto volume di allarmi possono portare a un sovraccarico di informazioni, noto come "Alarm Fatigue", che può compromettere la capacità di risposta tempestiva ed efficace. L'affaticamento d'allarme “Alarm Fatigue” è un fenomeno che si verifica quando il personale sanitario è sopraffatto dall'elevato numero di allarmi nell'ambiente clinico.
Questa condizione emerge quando gli operatori sono costantemente bombardati da un gran numero di segnali, portando a desensibilizzazione e sfiducia nei confronti degli allarmi stessi. Di conseguenza, aumenta il rischio di mancata o ritardata risposta agli allarmi, con il rischio di compromettere la sicurezza e la qualità delle cure fornite ai pazienti.
Studi recenti hanno dimostrato che tra l'85% e il 99% dei segnali di allarme non richiedono un intervento clinico.
Purtroppo però, in 30 mesi sono stati segnalati alla Joint Commission International (JCI) 98 eventi sentinella legati agli allarmi, di cui 80 decessi. Proprio per migliorare la qualità e la sicurezza, JCI ha introdotto da tempo uno standard per la gestione degli allarmi clinici:
STANDARD COP.3.1: Ridurre il rischio di danno correlato agli allarmi clinici elaborando e attuando strategie di riduzione del rischio per la gestione dei sistemi di allarmi clinici utilizzati per la cura del paziente.
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Alla fine del percorso formativo i discenti saranno in grado di:
- Migliorare la gestione agli allarmi clinici rilevanti
- Ridurre l'affaticamento d'allarme
- Garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti e degli operatori